venerdì 19 giugno 2009

La nutrizione nell'Alzheimer e altre demenze

Nella popolazione anziana un problema in continua crescita è quello della demenza, la cui prevalenza varia dal 5 al 10% tra i soggetti con più di 65 anni.

Una comune osservazione clinica è che la maggior parte dei pazienti con demenza, soprattutto quelli affetti da M. di Alzheimer (MA), perde peso durante la progressione della malattia.
La demenza conduce ad un ridotto apporto calorico per una diminuita sensazione di fame e sete; peggiora inoltre la capacità di masticare e di deglutire, sono presenti un’alterata percezione del gusto e dell’olfatto, il rifiuto, o perfino la dimenticanza, di alimentarsi.

Il paziente affetto da Demenza frequentemente presenta anoressia e/o disfagia; deve quindi essere considerato un paziente a rischio di malnutrizione e come tale attentamente monitorizzato. La riduzione dell’alimentazione può avvenire in modo improvviso, oppure instaurarsi gradualmente; quest’ultima modalità è quella osservata di gran lunga più frequentemente nella pratica clinica: il paziente che ha difficoltà a deglutire tende a ridurre la sua alimentazione gradualmente, in seguito al progressivo aggravarsi del sintomo e ai disagi soggettivi conseguenti alla necessità di alimentarsi con cibi a consistenza differente dall’usuale e/o all’incremento del tempo e della fatica necessari per deglutire il pasto.

Qualora la sola alimentazione per bocca non sia sufficiente a coprire le richieste energetico-proteiche del paziente, si può associare l’uso di integratori alimentari presenti in commercio o iniziare una nutrizione artificiale enterale tramite sondino nasogastrico o gastrostomia per prevenire la polmonite da aspirazione ed evitare la malnutrizione e le sue complicanze.

La disfagia (difficoltà a deglutire) per i liquidi viene considerata separatamente, poiché può esistere una normale capacità di alimentarsi per bocca associata ad impossibilità esclusiva all’ assunzione di liquidi.

Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale della dott.ssa Rosalba Galletti
http://www.rosalbagalletti.it
e i suoi blog http://dieta-ricette.blogspot.com e
http://medicina-estetica-galletti.blogspot.com

Obesità infantile e adulta

In Italia sono molti i bambini e gli adolescenti che hanno già in questa fase della loro vita un cattivo rapporto con la bilancia.
Il riscontro statistico non lascia dubbi: sovrappeso e obesità in età evolutiva non sono certo un fenomeno raro.

Nei bambini, la quantità di calorie introdotte è bilanciata con la loro attività fisica?

L'obesità infantile è spesso correlata alle errate abitudini di vita oltre che all’alimentazione in sé. Solo in una piccola percentuale di bambini obesi si può attribuire il problema ad una disfunzione endocrina.

Possono insorgere problemi fisici (pubertà precoce, ipertensione, dislipidemia, calcoli biliari, piedi piatti) e psicologici (immagine negativa di se stessi, bassa autostima, discriminazione sociale) correlati all’obesità.

Spesso l'obesità adulta non è altro che la persistenza dell'obesità infantile. Alcuni studi retrospettivi hanno evidenziato che il 25 per cento dei casi di obesità nei bambini e negli adolescenti ha avuto inizio nel primo anno di vita, il 50 per cento prima dei 4 anni e il 75 per cento prima dei 6 anni.

Una delle maggiori cause di obesità infantile è la sedentarietà. Sembra dunque peggio stare tutto il giorno in poltrona davanti alla televisione che mangiare tavolette di cioccolato!

E’ importante affrontare il problema del sovrappeso il più precocemente possibile con un corretto regime alimentare e una adeguata attività fisica che dovrà essere mantenuta nel tempo.

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martedì 16 giugno 2009

Nutrizione e disfagia

La gestione dietetica del paziente con esiti di ictus cerebrale che presenta anche sintomi di disfagia( difficoltà deglutitoria) deve garantire il mantenimento di una nutrizione adeguata prevenendo il passaggio di alimenti solidi e/o liquidi nelle vie aeree.

La nutrizione per bocca rappresenta ovviamente la prima scelta: gli alimenti rappresentano di per sé un fattore essenziale per il mantenimento dell’integrità funzionale di tutte le funzioni intestinali(ormonali, immunitarie, di barriera).

Qualora la sola alimentazione per bocca non sia sufficiente a coprire le richieste nutrizionali del paziente, si può associare l’uso di integratori alimentari presenti in commercio o la nutrizione artificiale enterale.

La nutrizione enterale (somministrazione di alimenti tramite sondino naso-gastrico o gastrostomia rappresenta un sistema di nutrizione artificiale che rispetta la fisiologia dell’apparato intestinale, con bassi rischi e complicanze.

La nutrizione enterale, viene utilizzata quando il paziente non riesce ad alimentarsi sufficientemente per bocca (disfagia parziale), o quando la disfagia è totale (disfagia acuta) per stato di coma o disfagia cronica nel caso di lesione irreversibile dei centri che controllano la deglutizione .

La scelta della via di somministrazione per la nutrizione enterale dipende prevalentemente da:

• la malattia di base e le condizioni generali del paziente
• stato morfologico e funzionale dell’apparato digerente
• durata prevista per il trattamento
• rischi connessi alla tecnica
• accettabilità del paziente.


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