lunedì 5 ottobre 2009

Nutrizione e SLA

La gestione dietetica del paziente affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), che presenta sintomi di disfagia deve garantire il mantenimento di una nutrizione adeguata ai fabbisogni energetici, proteici, idrici, di sali minerali e di vitamine in situazione di sicurezza, cioè prevenendo il passaggio di alimenti solidi e/o liquidi nelle vie aeree.

Il paziente deve essere messo in grado di scegliere i cibi appropriati e di usare specifiche tecniche per aumentare la quota calorico – proteica e per migliorare la funzione deglutitoria. La nutrizione per via orale dal punto di vista fisiologico rappresenta ovviamente la prima scelta: non solo essa avviene per via fisiologica, utilizzando l’intestino, ma gli alimenti rappresentano di per sé un fattore essenziale per il mantenimento dell’integrità funzionale di tutte le funzioni intestinali: ormonali, immunitarie, di barriera. Inoltre l’ingestione orale di alimenti innesca la fase cefalica dell’alimentazione, utile non solo alla sensazione soggettiva del soggetto, ma anche per la stimolazione di tutte le secrezioni gastro-enteriche. Qualora la sola alimentazione orale non sia sufficiente a coprire le richieste energetico-proteiche del paziente, si può associare l’uso di integratori alimentari presenti in commercio o la nutrizione artificiale enterale.

La disfagia per i liquidi viene considerata separatamente, poiché può esistere una normale capacità di alimentarsi per os associata a impossibilità esclusiva all’ assunzione di liquidi. La nutrizione enterale rappresenta il sistema nutrizionale di scelta quando sia necessario il ricorso all’alimentazione artificiale. Nei pazienti con alterazioni della deglutizione la possibilità di disporre di questo supporto nutrizionale ha cambiato in modo sostanziale l’andamento della malattia e le prospettive di sopravvivenza.

Pur trattandosi di un sistema di nutrizione artificiale che rispetta la fisiologia dell’apparato intestinale, con bassi rischi e complicanze, deve comunque essere gestito in modo appropriato, preferibilmente da personale specializzato. Non va infatti mai dimenticato che, anche se le tecniche sono nettamente migliorate in anni recenti e attualmente sono disponibili attrezzature, presidi e materiali lungamente sperimentati, la nutrizione artificiale totale rappresenta una sostituzione artificiale d’organo e, come tale, se gestita in modo scorretto, può essere causa di danni iatrogeni anche gravi.

La nutrizione enterale, viene utilizzata quando il paziente non riesce ad alimentarsi sufficientemente per via orale (disfagia parziale), o quando la disfagia è totale ( disfagia acuta). La nutrizione per via enterale può essere anche associata alla nutrizione orale, quando il paziente è ancora in grado di alimentarsi per os, anche se in modo parziale. Essendo i problemi nutrizionali del paziente affetto da SLA complessi e plurifattoriali, è necessario che essi siano gestiti da un gruppo di lavoro interdisciplinare con specifiche competenze ed esperienze (nutrizionista, dietista, logopedista, neurologo).


Per approfondimenti, visita il sito della Dott.ssa Rosalba Galletti

Nessun commento:

Posta un commento